sábado, 8 de dezembro de 2018

Africa e immigrazione

Se gli africani lasciano le loro terre in cerca di un futuro così incerto, la colpa  è anche nostra


Siamo abituati a sentire i nostri politici a delegare la colpa delle nostre disgrazie agli ex coloni, e alle potenze mondiali in generale. Difficilmente sentiamo nei discorsi dei nostri governi ad ammettere i loro fallimenti come leader, già che non riescono a trovare soluzioni per migliorare la qualità di vita dei paesi che essi sono alla guida. Ma certamente tutti gli africani sanno che questi stessi politici africani, ogni anno creano delle intese politiche e economiche con chi ci depreda da secoli. Quindi, quando penso a tutti morti dell'immigrazione clandestina in Italia e in Europa mi fa pensare che sia  più colpa nostra che degli altri. 
Il vittimismo non serve, e non convince più nessun popolo.  Vogliamo politici responsabili, che si interessano e si compromettono nella ricerca di soluzioni, che parte innanzitutto da una giusta informazione per prevenire tutte queste morti lungo il percorso del viaggio, e prevenire il disagi sociali che affrontano una volta arrivati in questi paesi europei. 


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Josefa Trindade 

Dobbiamo  creare opportunità per gli africani proprio lì, nel nostro continente. Possiamo migliorare il nostro tenore di vita, crea benessere per la popolazione residente per abbassare l'immigrazione clandestina. Solo allora saremo veramente certi che la nostra immigrazione sarà il frutto di una scelta, non di una necessità. Gli africani non dovrebbero lasciare il ricco continente a causa della miseria o della guerra. Dobbiamo ammettere che questi  morti nelle navi sono colpa nostra, e se ci sono africani che vivono all'aperto in Europa è colpa nostra, se gli africani lasciano le loro terre in cerca di un futuro così incerto, è colpa nostra. Quindi, dobbiamo rivedere una serie di comportamenti nostri che passano dalla politica all'economia.

In questa fase di profonda umiliazione  e disaggio sociale per tanti emigranti, le istituzioni africane  dovrebbero fare un bagno di umiltà e riconoscere i loro errori, riparare e non ripetere poiché non vogliamo altre vittime ma per fare ciò  le Istituizione devono assumere le loro responsabilità  e cooperare fra loro. In questa direzione i politici sono i primi responsabili dal momento che ricoprire una carica politica significa essere alle dipendenze della ‘cosa pubblica’ e servirla con la massima serietà ed onestà, non certo un mezzo per soddisfare solo i propri interessi personali. Tuttavia, in molti paesi africani la classe politica coincide con la cosiddetta business class, i conflitti di interesse scaturiti da questo sistema amministrativo corrotto non fanno che aumentare la povertà e rendere quei pochi ‘ricchi’ ancora più ricchi.

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Un africano chiedendo che aprono le frontiere 

Il continente ha bisogno di politici onesti e responsabili che siano pronti a soddisfare i bisogni del continente. Esistono risorse, la manodopera e il capitale umano, abbiamo bisogno solo di governi responsabili e dinamici per mettere insieme tutto. Abbiamo anche bisogno di entità morali (regolatrici), in grado di chiamare la ragione dei governanti che non eseguono con zelo le loro conferite dal popolo. Credo nel potenziale dell'Africa e degli africani, credo che sia possibile sviluppare il nostro continente: i popoli africani possano beneficiare delle loro risorse naturali,  ci sono condizioni per creare migliori condizioni di vita e opportunità per tutti nelle nostre terre, senza necessariamente ricorrere  all'immigrazione illegale perché la miseria e l'instabilità politiche ci costringono a cercare la speranza in altri continenti. Abbiamo urgentemente bisogno di politici visionari e devoti, di governi responsabili, che portano al paesi una trasformazione positiva; non abbiamo bisogno di politici opportunisti che svendono le nostre terre, esplorano per uso personale i nostri patrimoni,  e ci riempiono di debiti pubblici.


Leggi anche:
 Migrazione e Economia in Europa 
 Elezioni italiane 

quarta-feira, 10 de outubro de 2018

Presentazione del libro di Ngouedi Marocko


"Terres et eaux troubles le Golfe entre peurs et terreurs"


Ngouedi Marocko
Ngouedi Marocko


Buongiorno cari amanti di Politica ed Economia. Vi segnalo un evento di nostro interesse, che si terra a Roma nei prossimi giorni. Si tratta della presentazione di un libro "Terres et eaux troubles le Golfe entre peurs et terreurs", che tocca argomenti caldi della politica africana. L'autore del libro è un giovane politologo e ricercatore africano, di nome Ngouedi Marocko, nato in Gabon, nel 1987. Attualmene fa il  dottorato di ricerca in Diritto Pubblico Comparato e Internazionale all'Università degli Studi di Roma "La  Sapienza". Ha una laurea specialista in Relazione Internazionale,  nel indirizzo di Pace Guerre e Sicurezza, conseguita all'Università degli Studi di "Roma 3". Si  è  laureato in Scienze Politiche  alla Federico II di Napoli. Oltre allo studio, scrive alcuni articoli  nella rivista giuridica Nomos, le attualità nel Diritto. 


Ngouedi  Marocko
Ngouedi Marocko,

Terres et eaux troubles le Golfe entre peurs et terreurs 

Il  12 ottobre, Ngouedi  presenterà il suo secondo libro  intitolato  "Terres et eaux troubles le Golfe entre peurs et terreurs", alle ore 16, nella facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Roma,   La Sapienza, nell'aula 11.
Edilivre
Ngouedi Marocko,
Terres et eaux troubles le Golfe entre peurs et terreurs 
Il libro è  un'analisi  sullo Stato in Africa,  e le sfide dell'attualità:  terrorismo, secessionismi e  questioni come   l'enclave di  Cabinda in Angola. Tocca  anche argomenti come l'immigrazione e le nuove forme di criminalità organizzata.

L'autore si  chiede se è giusto  parlare di  speranza in Africa? Considerando che che ogni giorno ci sono giovane ragazze sequestrate, vendute e ridotte in schiavitù; regioni intere inquinate, e tante generazioni costrette ad emigrare alla ricerca di un futuro migliore. "Sono tanti africani che vivono fuori dal continente, e nel frattempo, si sviluppa una nuova colonizzazione nel continente" dice l'autore. 
 Nel suo libro  pone tante domande,come ad esempio, è possibile uscire dell'Africa dei dati economici e decolonizzare le mentalità africana? Quale futuro aspettarsi con le crisi dell'Ambazonia, del Congo Centrale e Boko Haram in Nigeria? Un libro rico di argomenti, che permette approfondire quelle notozie che i giornali parlano velocemente senza soffermarsi.  Per ora il libro è  scritto in francese, ma verrà  tradotto in italiano  e nelle altre lingue straniere.  Qui sotto ho lasciato il link per acquistare  online.  MatabichoEconomoPolitico  e Ngouedi Marocko vi attendono li, al più presto.

Indirizzo del evento:
Facolta di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione

Acquista qui

segunda-feira, 24 de setembro de 2018

Samora Machel

“O poder às facilidades que rodeiam os governantes podem corromper facilmente o homem mais firme. Por isso queremos que vivam modestamente e com o povo. Não façam da tarefa recebida um privilégio ou um meio de acumular bens ou distribuir favores.”

Samora Machel


Samora Moisés  Machel (1933-1986), primeiro Presidente de Moçambique  


Os últimos  acontecimentos  de Angola remetem-me nas palavras  do primeiro  Presidente de Moçambique, Samora Machel.  Líder socialista  com um elevado espírito de camaradagem e uma moral incontestável.  Na frase que trouxe, ele nos incentiva a governar com espírito  de serviço, e não com o objectivo  de aproveitar-se da situação para satisfazer  os nossos interesses pessoais. Samora Machel  faz parte dos grandes pensadores e líderes  africano. 


Alguns vídeos inspiradores do líder  Samora Machel: 


  1. Video 
  2. Video
  3. Video 
  4. Video 
  5. Video









quarta-feira, 12 de setembro de 2018

O desporto de Angola registra mais uma vez luto por negligência

Campo 11 de Novembro 


Comunicado de imprensa
O Clube Desportivo 1°de Agosto comunica o seguinte:Hoje após o jogo entre o nosso Clube e o TP Mazembe a contar para os 4 de final da Liga dos campeões africanos, na zona externa (perímetro exterior) da parte nascente do estádio 11 de Novembro pereceram (faleceram) alguns cidadãos.Face ao infausto acontecimento o Clube endereça as famílias os mais sentidos sentimentos de pesar.Por outro lado informa que uma investigação a ser dirigida pelos órgãos competentes dará mais pormenores sobre o sucedido.Luanda aos 15 de Setembro de 2018




MatabichoEconomoPolitico
D´Agosto e  TP Mazembe

Sinceras condolências para o desporto angolano, em em particular, para as famílias proximas das vitimas!

Na minha opinião nós os adeptos não devemos partilhar nas redes sociais os corpos dos nossos companheiros por questão de respeito e honra pelas vidas roubadas. Voltando ao assunto em questão, acredito que depois desse facto desastroso, nós como sociedade, como adeptos temos de de nós colocar algumas perguntas em busca das soluções para evitarmos futuras vítimas. 

  1. A polícia está preparada para trabalhar no meio das massas? 
  2. Como é possível construírem e abrirem estruturas públicas sem antes pensarem no plano de evacuação (saídas seguras) para as situações de emergências? 
  3. Qual é a função dos bombeiros e médicos afinal? 
  4. É possível aumentar o nível de consciência daqueles que trabalham ao serviço da "ordem pública" nacional? Não é admissível continuar a assistir de forma passiva polícias ignorantes abusando do poder que o Estado os conferiu. 
  5. Quando começarão a responsabilizar penalmente quem causa mortes ou qualquer agressão física aos outros em nome da profissão que exerce, como no caso de homem fardados, médicos e paramédicos? 
Desporto deve ser motivo de alegria e não de tristeza. Não podemos permitir novas vítimas, alguém tem de se responsabilizar. Não é possível pensar em ficar sossegados quando temos um familiar ou um amigo que decidiu assistir o jogo no campo. Depois das tragédias precedentes, que aconteceram no estádio da cidadela em Luanda, e aquela do campo no Uíge, as precauções tinham de ser reforçadas nos nossos campos de futebol. Caso contrário, daqui a pouco os campos estarão vazios, só mente com os jogadores porque ninguém irá comprar bilhetes de ingresso para buscar a morte. Acredito que os campos foram construídos para acolher pessoas, várias pessoas, então é justo que ao organizarem um evento tenham em mente que terão de acolher da forma mais humana e mais segura essas pessoas. Mais uma vez o desporto angolano está em luto, mais uma vez os campos que foram construídos para proporcionarem alegria nos farão recordar eventos tristes. Ninguém quer morrer nos campos por irresponsabilidade de alguns, ninguém quer perder família desta forma tão estúpida. Precisamos prudência, precisamos segurança, precisamos lazer sem pôr em risco a nossa vida.

Força D'Agosto e Angola! 

terça-feira, 11 de setembro de 2018

EUA: Na era da informação, quem conta a primeira versão é rei

 EUA, 11 de Setembro e capitalismo 

Algumas "meias verdades" tornaram  o Mundo e  a opinião pública incapazes de pensar com as próprias cabeças.  #manipulação

Desde 11/09/2001 sentimos a necessidade  de legitimar as guerras nos países dos outros.  Destruímos bairros,  cidades, países,  e ocupamos com a força os territórios alheios. O pior de toda desumanização: causamos mortes infinitas, e conseguimos  destruir  civilizações antigas. A nossa cultura passou a ser imposta para o resto do Mundo.  Desde lá  para cá, a vida de uns contactos mais que a vida dos outros. Nós  somos a verdade absoluta, e quem tentar nos contrariar, fará parte da nossa lista indesejada.  

Quem mente uma vez, tem de sustentar a mentira para o resto da vida. Até que  um dia alguém descobre....

Quando o teu amigo  procurar-se ferimentos (autolesão) para legitimar a violência  aos colegas, não ignora os sinais.  Procura ajuda das pessoas externas para avaliar o comportamento dele, caso contrário, a próxima vítima serás tu.


Que a alma de todas as vítimas mortais  desde o 11/09/2001 até hoje 11/09/2018 encontrem paz .

sábado, 8 de setembro de 2018

Angola: José Eduardo Dos Santos deixa a liderança do MPLA

MatabichoEconomoPolitico
VI Congresso Extraordinário do MPLA
José E. dos Santos e João G. Lourenço

Hoje é  o fim de uma fase da história  do Partido maioritário de Angola,  é  o início da fase mais  "adulta" do MPLA.  José Eduardo dos Santos  enquanto  Presidente  do MPLA e da Nação  enfrentou muitas coisas, acumulou vários troféus como líder e muitos derrotas.  Seus últimos  anos na liderança  da Nação e do partido  foram tão péssimos, que por vezes nós cidadãos críticos dessa má  governação  nos esquecemos que JES em vários momentos  já foi orgulho para muitos de nós; se hoje vamos para fora do país e gritamos orgulhosamente que somos  angolanos é  mérito deste Presidente que está a sair pela porta menos honrosa.  Claramente, cometeu erros incalculáveis que já mais  sairão da História  angolana porque muitos deles deixaram sequelas que  levaremos ao futuro  indeterminado. Mas não podemos fingir que não conhecemos a História  da África  e de Angola, não podemos fingir que não conhecemos o ambiente geopolítica onde ele exerceu o seu papel de político. Nosso país desde a fase embrionária foi um país  que abraçou o comunismo, tivemos como aliados  vários  países ditatoriais, como esperar um comportamento diferente do discípulo dos russos? O problema angolano não foi a figura de Dos Santos  em si só, o problema  foram   e  são: a cultura do medo; a cultura da bajulação;  a cultura do servilismo;  a herança comportamental  colonial da PIDE  (espiar e indicar ao chefe quem pensa diferente); o egoísmo e materialismo; a política  sem moral;  a ignorância da consciência política  que rege  a nossa sociedade. Um exemplo recorrente: durante esses anos todos o povo pensou  que a guerra é  apenas responsabilidade da UNITA liderado por  Jonas Savimbi,  e que   a paz é  um ganho do MPLA  liderado por  JES.  Com isso,  depois da morte do líder da UNITA em Fevereiro de 2002, que culminou  com a paz  Nacional (4 de Abril no mesmo ano).  Deu-se início de uma nova era na História  de Angola onde JES  passou a ser visto como o único que merece respeito, passou a ser idolatrado por aqueles que o circulavam ou desejam obter vantagens pessoais.
A guerra em qualquer  país  do Mundo  é  um atraso eminente  para a civilização, e o caso de Angola não foi diferente.  Em 2002   nasceram os slogan de desenvolvimento de Angola, e os angolanos sentiram-se  obrigados  a reconstruir  o país  para eliminar os vestígios  da guerra, e caminhar rumo ao desenvolvimento.  Sendo Angola um país  rico em recursos naturais e não só, tendo um território  vasto, apropriado  para abraçar  qualquer  tipo de inovação e desenvolvimento, entendemos que tínhamos de buscar ajuda internacional  para construir o sonho de Agostinho  Neto.  Buscamos capital humano para ajudarem na  qualificação da  nossa população, buscamos financiamentos externos  para responder  a demanda Nacional.
Entramos para era do capitalismo selvagem sem passar por algumas fases essências para o desenvolvimento económico e social: todos começaram a  querer o enriquecimento  fácil, e escolheram como mestre as lições  maquiavélicas "os fins justificam os meus", e dali para cá  surgiu a era da bajulação.  JES tornou-se  não apenas Presidente do Partido e da República de Angola,  como também  num Deus  vivo, um filho  de ouro,  e quem tivesse a chance de encosta-lo, era considerado  da moda e intocável. Esses últimos,   tornaram-se   bajus, eles perderam a noção do certo e  do incerto, e depredaram o país  acumulando riquezas para eles. Formamos uma elite de vaidosos,  corruptos  e irresponsáveis para com a Nação.  Essa mesma elite, com as suas práticas de irresponsabilidade  fizeram com que  um País que tinha  e tem  tudo para dar certo, entrasse  em uma crise social, moral,  económica  e política profunda. 
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Uma crise que trouxe  várias  desgraças para os angolanos e para os estrangeiros  que viam no nossso país  oportunidades  para investirem (desenvolverem as suas actividades) e viverem.  Aqui surgiu o descontentamento  da população  que cresceu sonhando com as promessas  de Ma Nguxi (Agostinho Neto) e com as previsões  que a comunidade  internacional  fazia em relação  ao nosso potencial enquanto  país rico de recursos e próspero. Isso criou divisão interna no MPLA, a discussão da seriedade do Partido no poder, acompanhada com a distribuição  da figura de JES enquanto  líder político e Presidente da Nação.
Apesar de todos esses factos negativos  que são impossíveis  de ignorar, acredito que se José  Eduardo  dos  Santos  tivesse companheiros políticos  críticos (uma família capaz de despertar-lo) que estava circundado de pessoas erradas, e que estava entrando num caminho sem volta, Ele hoje sairia  do VI Congresso  Extraordinário  do MPLA, não apenas com aplausos  falsos e compaixão  de quem realmente  acreditou na sua liderança, mas sairia como um orgulho nacional, teria  a gratidão  e respeito  de todos angolanos e da comunidade  internacional.

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José Eduardodos Santos (JES)

O homem não é  perfeito, acerta e comete erros,  mas nunca  deixa de ser homem. Criticamos as acções do Governo, na figura do Presidente, mas respeitamos e entendemos que os  seres  humanos estão sujeitos a cometer erros, sobretudo se é um police maker que deve representar os interesses de todos. 
Por questão  de coerência e de sentido  de  cidadania nunca me dei o direito  de bajular, muito menos criticar de forma agressiva. Hoje  posso dizer muito  obrigada  por ter dedicado a tua vida  e o teu tempo sendo presidente deste Gigante de nome Angola. Muito obrigada  por ter sido sucessor de Neto. Muito obrigada  por levar o nome de Angola  noutros confins.  Muito obrigada  pela paciência de aturar nós os críticos que só  desejamos  uma Angola  igual para todos. Muito obrigada  por ser Presidente  do Movimento  Popular  de Libertação  de Angola.  Muito obrigada  por ser o JES. Não sei se estaríamos melhor ou pior sem a vossa governação, a única certeza que tenho é que o destino escolheu-te para dar continuidade  na História  de Angola que Agostinho Neto  e todos os outros heróis  nacionais incluindo os líderes dos partidos da oposição  sonharam quando lutaram contra o regime  colonial português.
Em nome do MatabichoEconomoPolitico e em meu nome  próprio Josefa  Trindade, desejamos  votos de bom descanso e muita saúde, que finalmente  possas desfrutar da  existência  para dedicar-se a questões meramente humanas.





segunda-feira, 3 de setembro de 2018

Kofi Annan, former-secretary general of United Nations and Nobel Peace Prize

"We have a rising and energetic youth population. Our dynamic entrepreneurs are using technology to transform people's lives. Let's support and encourage them."
Kofi Annan
Kofi Annan, United Nation and Nobel Peace Prize
(1938-2018)

"Nós temos uma população jovem  enérgica e em ascensão. Nossos empreendedores dinâmicos estão usando a tecnologia para transformar a vida das pessoas. Vamos apoiá-los e incentiva-lós".  Kofi  Annan 


domingo, 18 de fevereiro de 2018

Elezione italiane: prima la poltrona o "prima gli italiani" ?

Quando mancano le risposte per il vero problema, qualsiasi  slogan funziona per distrarre l'attenzione degli elettori, e acchiappare dei voti elettorali. 
Per i politici italiani,    cosi come nel resto del mondo, gli elettori  servono soltanto nella fase elettorale per assicurare  le poltrone  e stipendi vitalizi  da urlo. Al popolo gli viene fatto un lavaggio  di cervello attraverso  la strumentalizzazione, e quello che veramente  conta per tutta la popolazione  non viene discusso in maniera  approfondita  nella fase elettorale.

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Josefa Trindade 


Seguendo con attenzione  l'attuale cenario politico italiano, ci si rende conto che nessuno nelle sue compagne  elettorale  sta proponendo  sconfiggere la disoccupazione  soprattutto quella giovanile  che impedisce  ai giovani ragazzi di costruirsi  un futuro e sentirsi socialmente  utile. La disoccupazione crea frustrazione nei cittadini, e la disinformazione  che gli stranieri  rubano le opportunità  agli  italiani  crea soltanto una guerra fra i poveri, ma non migliora la vita di nessuno. Ho appena presenziato  una manifestazione  di Forza Nuova davanti  alla stazione  dei treni; le persone che parlavano  ai microfoni  mi facevano pena , poiché, sono le stesse vittime  di tutta questa disinformazione e strumentalizzazione politica. Si, "prima gli italiani" , ma nel vero senso della parola, non soltanto quando dovete prendete i voti di questa gente disisperata e rassegnata. Fa comodo dire "prima gli italiani", ma mettere in pratica queste parole, sembra che non li vuole fare nessuno.

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Immagine presa dal web
"L'immigrazione giovanile italiana verso l'estero è  in crescita perché in Italia mancano opportunità per i giovani." Josefa Trindade 


Ogni anno tanti giovani sono costretti  ad abbandonare  il bel paese alla ricerca di un lavoro, spesso e volentieri  il primo lavoro; laureati e non laureati vanno alla ricerca di un futuro al di fuori delle mure italiane. Nessuno parla dei numeri di disoccupati, nessuno ha coraggio  di ammettere che gli anziani  non possono  lavorare, quando la forza lavoro (giovani) resultano disoccupati. Dicono prima gli italiani, ma il lavoro non c'è;  gli imprenditori sono sovraccaricati con il fisco altissimo; le donne sono costrette  a fare una scelta difficilissima, mettere su famiglia  o lavorare; l'età  pensionale va al di fuori delle proprie capacità  fisiche e mentali; e i lavori con il contratto sono quasi sempre a tempo determinato... Ecco qui i punti da discutere, e punti che ogni persona che ama l'Italia e la sua gente deve un attimo ragionare.
Promettono il reddito di cittadinanza, come se stessero dicendo che gli italiani sono condanati a vivere di aiuto statale piuttosto che  credere nella possibilità di un lavoro subordinato o autonomo; è  come se stessero  dicendo che meglio una casa sociale,  che avere l'autonomia finanziaria che dà  la possibilità alle nuove famiglie  di acquistare o costruirsi  la casa propria. Vedo nel reddito di cittadinanza uno strumento di aiuto socialmente utile, ma non la risoluzione del problema  della povertà che le famiglie residenti in Italia affrontano . Serve una smossa nell'Economia nazionale per ridare la speranza persa negli anni. Qualsiasi partito lo può fare, se decide veramente di mettere al centro i bisogni delle famiglie e delle imprese.

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Immagine presa dal web.
"Prima gli Italiani" è  lo slongan che la Lega ha scelto per riaccendere la speranza del cambiamento italiano." Josefa Trindade  


Rispetto  l'intenzione dei  5Stelle (reddito di cittadinanza)  e capisco la furia della Lega (prima gli italiano), ma mi piacerebbe  che veramente  gli italiani  fossero  al centro dell'attenzione, e che  gli slogan dei ultimi tempi servissero di fatto a risolvere i vari problemi  che l'Italia affronta, e non solo per distrarre i disattenti.  Un consiglio cari elettori:  aprite  gli occhi, informatevi bene, spegnete la TV,  fatte due conti della realtà  dei fatti  prima di votare. E dopo l'elezione si studia soluzioni per uscire dalla crisi economica e sociale di cui l'Italia è immersa per eliminare la guerra fra i poveri.
Da straniera che ama questo paese, posso solo augurare che ognuno sia abbastanza  informato per non farsi prendere dalla disinformazione, e che sia in grado di  votare per portare benefici a tutta la popolazione, compresa quella che oggi viene considerata la minancia (gli stranieri). 

Prima gli Italiani, e dopo  le poltrone!
Viva l'Italia!

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